Il confine
regionale tra l'Umbra ed il Lazio segue con discreta fedeltà lo
spartiacque tra il Nera ad occidente ed il Velino (e per un breve tratto
il Tronto) ad oriente. Entrambi i fiumi formano un ampio arco di
cerchio: orientato da ovest ad est tra Leonessa e Monteleone di Spoleto,
in crinale piega poi man mano verso nord, fino a Forca Canapine.
Dalla cima
del Monte Pizzuto ( o Pozzoni, 1904 m.), lo spartiacque prosegue verso nord
con dei cocuzzoli arrotondati e di discreta altezza: lo Scoglio Pecorino
(1661 m.), il
Monte Utero (1807 m.), il M. dei Signori (1781 m.), il M.
Serra (1744 m.), ormai affacciato sul valico di Forca Canapine.
Montagne
calcaree, dai profili spesso arrotondati, nude alle quote più alte e
ricoperte da belle ma non estesissime faggete più in basso. Le montagne
di Norcia ripetono le forme di molti altri gruppi dell'Appennino
Centrale ad iniziare da quelle dei Monti Reatini e delle alture della
Valnerina.
Caratterizzate soprattutto da grandi estensioni di pascoli,
impressionanti in questo senso i crinali tra il M. Utero e Pescia,
queste montagne offrono al camminatore ed al naturalista belle faggete
sui versanti di M. Pizzuto, in particolare nella Val Pescia e nella Valle
Pozzoni.
A poca
distanza da Forca Canapine, caratteristica la presenza dei laghetti dei
Pantani, in una verde conca frequentata dal bestiame al pascolo e
dominata dal M. dei Signori.
Né sul
versante umbro né su quello laziale, finora, si è parlato di aree
protette regionali: il M. Utero e le cime vicine, però, potrebbero
essere inclusi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, istituito da una
Legge dell'agosto del 1988.
AMBIENTE
Assai frequentati dall'uomo, i Monti Sibillini
hanno visto già in tempi lontani la progressiva rarefazione delle specie
animali più importanti: il camoscio, il cervo e il capriolo.
I mammiferi più importanti presenti al giorno
d'oggi sono il cinghiale, il lupo appenninico, la volpe, l'istrice e il
gatto selvatico.
Migliore è la situazione per quanto riguarda gli
uccelli. Relativamente numerose sono le coppie di aquila reale e più
diffusi il falco, la poiana, lo sparviero, il gufo reale, il
barbagianni, la civetta e il gheppio. A causa della caccia, si sono
rarefatte la coturnice e la starna. Tra le rarità, notevoli il
fringuello alpino ed il piviere tortolino, trampoliere che nidifica
d'estate nei dintorni del Lago di Pilato.
La flora è quella tipica delle medie ed alte quote
appenniniche, con varie rarità di rilievo. Nei boschi, prevalgono il
faggio e nelle zone più assolate il leccio, con presenza di tasso,
agrifoglio e il ginepro. Più in alto fioriscono la stella alpina
appenninica, la nigridella, la silene, il salice nano, il mirtillo nero,
la linaria alpina, il papavero giallo e il genepì dell'Appennino.
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